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DISTURBI DI IPERTENSIONE e PREIPERTENSIONE

La preipertensione è un quadro di pressione arteriosa a valori superiori a quelli del range normale, ma ancora al di sotto dei valori che indicano una franca ipertensione. si considerano normali i valori fino a 129 mmHg per la pressione sistolica, comunemente definita “massima” e fino a 84 mmHg la diastolica (minima). Si considera preiperteso un paziente che ha una pressione sistolica tra 130 e 139 mmHg ed una diastolica che va da 85 ad 89 mmHg.

Si parla di ipertensione arteriosa quando la pressione arteriosa è superiore a 100 di minima e 150 di massima.

L’ipertensione nonostante possa non essere percepita con sintomi, segni o disturbi, è un fattore importante di rischio per una serie di eventi cardiocircolatori, poichè la tensione dei vasi, superiore alla norma, o sottoposta a sbalzi importanti, può provocarne la rottura, o può essere indice di ostruzioni o riduzioni dei vasi potenzialmente responsabili di infarti, embolie, ictus, ecc

L‘ipertensione arteriosa essenziale rappresenta circa il 95% dei casi e non è riconducibile ad una singola causa: ma il risultato di più elementi: disregolazione del sistema nervoso autonomo, sostanze circolanti che hanno effetto sulla pressione, ecc.)

In caso di ipertensione essenziale è necessario associare ad uno stile di vita equilibrato, una terapia farmacologica cronica.

Il biofeedback si propone come via alternativa-integrativa per riportare la pressione arteriosa all’interno del range normale tramite un addestramento a mantenere una ottimale elasticità dei vasi ed un corretto andamento del battito cardiaco.

Il training di biofeedback è infatti ottimale e specifico per riportare l’equilibrio al sistema nervoso autonomo responsabile dell’oscillazione della pressione e del battito cardiaco.

L’intervento prevede un lavoro congiunto su respirazione, HRV (heart rate variability ossia variabilità del tempo interbattito cardiaco) e la risposta dei barocettori, responsabili della regolazione della pressione arteriosa. In integrazione, qualora si presenti un quadro di ansia o stress cronico si può intervenire con un lavoro di neurofeedback andando anche ad agire sulle onde cerebrali responsabili della regolazione dell’ansia a livello del sistema nervoso centrale.

Secondo la Evidence-based practice in biofeedback and neurofeedback di Yucha e Montgomery, il trattamento è da considerarsi efficace con un livello 4 su 5, dove 5 è il livello di massima efficacia per un trattamento; 4 significa che l’efficacia è stata verificata e ritenuta statisticamente significativa e replicabile su studi randomizzati.